L’operatore postale che si appropria dei frutti dell’altrui risparmio postale commette peculato
Le Sezioni Unite penali della Corte di cassazione con la sentenza 16 ottobre 2025, n. 34036 hanno dato risposta al seguente quesito: «Se, nell’ambito delle attività di bancoposta svolte da Poste italiane s.p.a., la raccolta del risparmio postale, ossia la raccolta di fondi attraverso libretti di risparmio postale e buoni postali fruttiferi effettuata per conto della Cassa depositi e prestiti, abbia natura pubblicistica e, in caso positivo, se l’operatore di Poste italiane s.p.a. addetto alla vendita e gestione di tali prodotti rivesta la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio».

